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giovedì 22 settembre 2011

PIAGHE DA DECUBITO


Lesione tessutale con evoluzione necrotica, che interessa la cute, il derma, gli strati sottocutanei, fino a raggiungere negli stadi più gravi i muscoli e le ossa. È una patologia determinata da un’inadeguata impostazione clinica e assistenziale, fornita dal personale sanitario, dai familiari e personale d’aiuto domestico.
Eziopatogenesi
Le principali cause responsabili delle lesioni da decubito si possono distinguere in intrinseci (o del paziente) ed estrinseci (o “esterni” al paziente) o possiamo dividerli in locali o sistemici. I fattori intrinseci sono: alterato controllo vasomotorio; riduzione della sensibilità cutanea; atrofia muscolare; flaccidità muscolare; scadenti condizioni muscolari; iponutrizione; infezioni batteriche, disturbi psichici. I fattori estrinseci sono: compressione cutanea prolungata; sfregamento cutaneo; condizioni igieniche del paziente; piano d’appoggio non adeguato. I fattori locali sono: La Pressione esercitata dal peso corporeo sul piano d’appoggio per periodi prolungati oltre le 2 ore che determina ischemia tessutale e poi necrosi; le Forze di Stiramento o di Taglio (i vari segmenti corporei tendono a scivolare da una posizione all’altra se non vengono sorretti da un’idonea postura); Attrito (forza esercitata da due superfici per sfregamento delle due parti, preparando la cute ad eventi lesivi). I fattori sistemici sono: Età (l’invecchiamento determina alterazioni a causa di tutti gli organi ed apparati che favoriscono il fenomeno lesivo); Riduzione della mobilità (compromissione dello stato mentale, sedazione farmacologica, dolore o fratture); Malnutrizione.
Inoltre vi sono delle patologie che più di altre favoriscono l’insorgenza di queste lesioni, come: il diabete (alterata sensibilità e alterazione del microcircolo); le neoplasie (per anemia malnutrizione, febbre); lesioni midollari (deficit della sensibilità e mobilità); emorragie ed ischemie cerebrali (deficit mobilità, alterazione trofismo muscolare); patologie neurologiche (Parkinson, Alzheimer); Miastenia (provoca immobilità); sclerosi multipla; coma.
Valutazione del rischio: la valutazione è da effettuarsi nei pazienti che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche: allettamento protratto, postura seduta protratta, incapacità di cambiare posizione.

Stadiazione:
1.      Eritema cutaneo che non scompare alla digitopressione.
2.      Parziale ispessimento epidermico o perdita del derma, presentando in superficie un’abrasione.
3.      Danno a pieno spessore o necrosi profonda fino alla fascia sottostante, presentando un profondo cratere con o senza insediamento del tessuto circostante.
4.       Distriuzione a pieno spessore, necrosi, danno muscolare, osseo, o delle strutture di sostegno.

Zone di maggiore interesse delle piaghe
Decubito supino: sacro, talloni, prominenze vertebrali, scapole, occipite e gomito. Decubito prono: dorso del piede, ginocchio, pube, creste iliache sterno, clavicole, zigomi, orecchi. Decubito laterale: trocanteri, creste iliache, malleoli, prominenze osseo laterali al ginocchio, costato, gomiti, spalla, orecchio. Paziente seduto: talloni, prominenze ischiatiche, sacro, prominenze vertebrali, gomiti, scapole.

Prevenzione
Si attua attraverso: educazione e addestramento, valutazione del rischio, mobilizzazione, alimentazione, igiene personale, letto e biancheria, incontinenza.
Educazione, addestramento e valutazione del rischio: l’equipe assistenziale rileva e quantifica le condizioni di rischio; programma un piano di prevenzione personalizzato; si dota degli strumenti tecnici e dei presidi sanitari utili alla prevenzione e cura dei decubiti; ispezionare la cute nelle aree a rischio almeno una volta al giorno; mantenere una buona idratazione della cute utilizzando creme idratanti.
Mobilizzazione: fornire il paziente di presidi antidecubito; è fondamentale il cambio posturale ogni 2-3 ore effettuandolo senza provocare danni da frizione o stiramento; ai pazienti autonomi si suggerisce di cambiare i punti di appoggio ogni 15 minuti, e di cambiare postura ogni ora. Se il pz presenta un decubito, bisogna evitare la postura sulla zona decubitata.
L’alimentazione: è necessario fornire una sufficiente quantità di liquidi; un adeguato apporto proteico, di carboidrati, di grassi, di vitamine C, A, K e complesso B e di Sali minerale e oligoelementi (Zinco).
Igiene personale: è importante mantenere la pulizia e l’integrità della cuta; l’elasticità della cute e prevenire e ridurre le macerazioni.

Trattamento ai diversi stadi
I° stadio: mobilizzazione, igiene detersione della lesione, utilizzo di prodotti barriera (creme, films in poliuretano).
II° stadio: mobilizzazione, igiene detersione della lesione; film in poliuretano o idrocolloide.
III° stadio: mobilizzazione, igiene, debridement (rimozione di tessuto devitalizzato da una ferita); film in poliuretano; risolta la fase essudativa utilizzare idrocolloide in placca e/o pasta.
IV° stadio: uguale al III°

Complicanze
Nonostante la giusta medicamentazione si possono presentare dolore che rende difficoltosa la mobilizzazione, la partecipazione e la collaborazione nelle cure del pz; e infezione che può rallentare la guarigione.


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